Morino
Informazioni | |
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Regione | Abruzzo |
Altitudine | 1.108 m |
Superficie | 68,58 km² |
Abitanti | 550 (31-12-2012) |
Il nome di Morino è intimamente legato all’affascinante paesaggio della riserva di Zompo lo Schioppo, fiore all’occhiello della Valle Roveto Naturalistica. Il centro abitato sorge nei pressi della strada statale e del Torrente Romito, in una conca verdissima di boschi.
A poca distanza, su un colle, si trovano i pochi ruderi dell’antico nucleo urbano, forse di origine romana, come sembrano testimoniare alcuni rinvenimenti archeologici.
Del territorio comunale fanno parte i centri minori di La Grancia e Rendinara, alle falde del monte Pizzo Deta.
Nel catalogo dei Baroni del 1173 viene indicato come feudo dei Conti d’Albe ai quali appartenne fino al XIV secolo. Dopo essere stato possedimento degli Orsini, l’abitato fu feudo, nel 1504, di Fabrizio Colonna.
Morino è diventato comune autonomo nel 1831, dopo essere stato unito a Civita d’Antino per circa 25 anni. Il toponimo Morino ricorre per la prima volta nel 1068, in un documento che cita la chiesa di S. Pietro; l’esistenza del borgo e il suo carattere militare si deducono poi dalla donazione della chiesa (1089), sita nel "castello" di Morino, al monastero di Montecassino.
Il territorio del comune di Morino si estende adagiato sulla catena degli Ernici-Simbruini, racchiuso fra le cime e il fiume Liri che attraversa longitudinalmente la Valle Roveto. Il Comune è costituito dal capoluogo, ubicato nella fondovalle a ridosso del fiume Liri, dalla frazione di Rendinara che sorge a 914 m slm alle pendici dell'estrema propaggine del monte Pizzo Deta e dalla frazione di Grancia posizionata a monte del capoluogo, lungo il torrente Lo Schioppo (o Romito) che trae origine dall’omonima cascata, simbolo ed emblema dell'area protetta.
La Riserva Naturale Zompo lo Schioppo è stata istituita nel maggio del 1987 con Legge Regionale n° 24. I suoi 1025 ettari si estendono per circa 30 km tra il Parco Regionale dei Monti Simbruini e il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. La Riserva presenta caratteristiche di pregio legate alla grande varietà delle componenti ambientali e antropiche. Campi coltivati, filari di viti e boschi di querce caratterizzano le aree più prossime al centro abitato mentre nelle zone più elevate, faggi colonnari e tassi popolano la foresta attraversata dal torrente Romito.
Alla sommità dei rilievi, sulle pareti a strapiombo, nasce la spettacolare cascata naturale di Zompo lo Schioppo che, con un salto di circa 80 metri, precipita nel torrente sottostante. La falda acquifera, contenuta in un sistema di cavità carsiche, si innalza in seguito alle precipitazioni invernali, fuoriesce e genera la cascata proprio tra le bancate calcaree e le rocce impermeabili sottostanti.
Cenni Storici
Nel catalogo dei Baroni del 1173 viene indicato come feudo dei Conti d’Albe ai quali appartenne fino al XIV secolo. Dopo essere stato possedimento degli Orsini, l’abitato fu feudo, nel 1504, di Fabrizio Colonna. Morino è diventato comune autonomo nel 1831, dopo essere stato unito a Civita d’Antino per circa 25 anni. Il toponimo Morino ricorre per la prima volta nel 1068, in un documento che cita la chiesa di S. Pietro; l’esistenza del borgo e il suo carattere militare si deducono poi dalla donazione della chiesa (1089), sita nel "castello" di Morino, al monastero di Montecassino.
La natura si sposa con l’arte nell’eremitica chiesa di S.Maria del Pertuso o dei Cauto, immersa nella faggeta della Riserva di Zompo Lo Schioppo. Edificata nel XII secolo a circa 1000 metri di altitudine, vicino alla cascata, la chiesa è addossata alla roccia e forma tutt’uno con essa, quasi fosse una grotta.
All’interno, per quanto provati dall’abbandono e dal clima, si sono conservati preziosi affreschi duecenteschi. Pochi ruderi, invece, sono rimasti dell’antica chiesa di S. Pietro, in località Brecciose di Morino, il cui nome appare per la prima volta tra il 1060 e il 1063, quando venne donata a Montecassino da alcuni nobili di Civita d’Antino.
Per respirare l’atmosfera suggestiva dei passato, si consiglia una passeggiata anche nella frazione di Rendinara, posta sul pendio di uno sperone del monte Pizzo Deta.
Tradizioni
Ancora oggi la chiesa della Madonna del Pertuso è luogo di meditazione e meta di pellegrinaggi. Tradizione vuole che ci si rechi in visita alla chiesa l’ultima domenica di maggio. Altri appuntamenti con la tradizione sacra sono il 25 aprile con la festa della Madonna del Buon Consiglio, il 15 e 16 agosto a Grancia con la festa della Madonna della Stella e di S. Rocco, il 24 agosto con la festa della Madonna delle Grazie, nella frazione di Rendinara, e l’ 8 settembre con la festa patronale della Natività di Maria. Accanto alle feste di natura religiosa, anche Morino ha la sua sagra: è dedicata alla castagna e si organizza nel mese di ottobre nella frazione di Grancia. In primavera, la Pro Loco di Rendinara organizza una caratteristica sagra del formaggio, con assaggio di pecorino locale prodotto secondo le tecniche antiche.
Gastronomia
Non c’è che da scegliere nel ricco menù della cucina tipica di questa zona. Agli amanti della pasta fatta in casa si consigliano gli gnocchi, le sagne "pelose" al sugo o i caratteristici "tagliarini", una pasta senza uova, che viene servita in brodo di fagioli e cotiche di maiale. Alla pasta si possono preferire una zuppa sostanziosa come i “Ranati” preparata con grano, granoturco, fagioli, ceci e ...... una succosa polenta. Anche la pizza viene proposta con alcune peculiarità: la pizza "roscia "con farina di granturco e la pizza bianca con verdura e salsiccia. Tipiche del luogo le castagne "roscette " sbucciate e lessate al fuoco del camino con il finocchio selvatico, le frittelle ripiene con cavolo, acciughe e sedano o i “carascioni”, panzarotti farciti con uova e pecorino. Tra i secondi pecora e agnello alla brace sono veramente ottimi, ma si potrà optare anche per un piatto di formaggio pecorino: tutti prodotti locali degli allevamenti di Rendinara. E, per concludere, fragole di bosco e more selvatiche.
La Riserva Naturale: Zompo Lo Schioppo
Una Riserva di …
La Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo è un’area protetta della Regione Abruzzo compresa nel Comune di Morino (AQ). I suoi 1025 ettari sono localizzati nella Valle Roveto, impervia incisione estesa per circa 30 km in direzione NW-SE, nel cuore dell’Appennino laziale-abruzzese, tra il Parco Regionale dei Monti Simbruini e il Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise.
Come gran parte del territorio italiano, anche questo comune presenta caratteristiche di pregio legate alla grande varietà delle componenti ambientali ed antropiche; dalla loro integrazione si ottiene un paesaggio vario, riconoscibile, dove gli elementi naturali si fondono con la memoria storica delle opere modellate dall’ingegno e dalla maestria degli abitanti.
Campi coltivati, filari di viti e boschi con querce imponenti caratterizzano le aree più prossime al centro abitato mentre nelle zone più rilevate, faggi colonnari e tassi popolano la foresta lungo il corso del Torrente Romito.
Alla sommità dei rilievi, sulle pareti assolate e a strapiombo nasce la spettacolare cascata naturale di Zompo lo Schioppo che, con un salto di circa 80 metri, precipita nel torrente sottostante. Queste montagne, più volte hanno assistito nei secoli a terremoti disastrosi, dei quali l’ultimo è stato quello del 13 gennaio del 1915, che ha determinato una svolta epocale nei caratteri ambientali e sociali della Val Roveto.
L'abbandono degli insediamenti medioevali e lo spostamento degli abitati verso il fondovalle, a ridosso delle vie di comunicazione hanno provocato lo sdoppiamento dei centri urbani, con il nuovo edificato accanto ai vecchi nuclei ruderizzati. Questa, è ancora oggi una delle caratteristiche più evidenti del paesaggio costruito e dei rapporti sociali tra gli abitanti, divisi tra i tre diversi nuclei di Morino, Grancia e Rendinara.
L’ Amministrazione comunale di Morino, in stretta collaborazione con Legambiente gestisce l’area protetta fin dalla sua istituzione. Già da diversi anni si sono attivati progetti innovativi di valorizzazione territoriale e di salvaguardia ambientale, finalizzati alla condivisione delle politiche di gestione del territorio con la comunità locale e all’individuazione di prospettive di sviluppo durature ed eco-sostenibili.
L’Ecomuseo
II centro espositivo dell'Ecomuseo è pensato affinché nella stessa collocazione convivano: un museo territoriale, divulgativo degli aspetti naturalistici e storico-antropologici peculiari del luogo, e un Centro Visita della Riserva, in grado di essere di ausilio ai visitatori, sensibilizzando in particolare i più giovani ad un uso appropriato delle risorse ambientali.
Il percorso museale, nei diversi apparati espositivi, è progettato con una logica tanto ostensiva quanto didattico–interattiva, caratterizzata dal maggiore coinvolgimento possibile del visitatore, che da semplice osservatore deve potersi trasformare in soggetto attivo, in grado di interagire con le tematiche trattate.
Nella logica espositiva dell'Ecomuseo, infatti, il visitatore non solo è introdotto alla conoscenza del territorio di Morino, della Valle Roveto e della Riserva stessa attraverso le sue componenti (flora, fauna, paesaggio, tradizioni, storia, cultura ecc.) ma coglie anche spunti di riflessione sul futuro del pianeta, aggiungendo un tassello alla crescita di una mentalità più “ecologica”. In ogni sala è presente un settore dedicato alla "favola narrata", una sorta di percorso parallelo raccontato sulla traccia delle tematiche affrontate in generale, ma a misura di bambino.
Il Sentiero Natura
Questo percorso ad anello attraversa parte del territorio della Riserva a minor altitudine, fino a raggiungere la cascata, con ritorno al punto di partenza. Il sentiero Natura inizia in prossimità del parcheggio. Dal limite del bosco parte una strada sterrata ben tracciata, da poter percorrere agevolmente, malgrado la lieve salita, grazie all’ombra delle chiome degli alberi che la costeggiano. Dopo 200 metri si giunge al piazzale dello “Schioppo” dove è possibile sostare utilizzando l’omonimo rifugio; riprendendo il percorso, che segue il letto del ruscello, si giunge in breve proprio sotto la cascata, da dove è possibile osservarla in tutta la sua maestosità e ascoltare lo scroscio dell’acqua. Riprendendo il sentiero e costeggiando alberi secolari, si giunge presso un laghetto di splendide acque trasparenti, generato da un piccolo sbarramento realizzato nell’ambito dell’impianto di sfruttamento idroelettrico. Proseguendo, si ritorna al punto di partenza.
Morino Vecchio
Il campanile di Morino Vecchia sembra il pastore di cui ci racconta Ignazio Silone nel suo romanzo Fontamara, un pastore alla guardia di un gregge di pecore fuggito in una fredda mattina di gennaio del 1915. Morino Vecchia è un luogo della memoria, racconta le persone che lo hanno abitato e trasformato, appartiene alla storia di quella comunità che si è dovuta spostare più a valle per continuare a vivere. Case, chiese, strade e piazze distrutte in pochi secondi. Quello che resta, con le sue mura diroccate e i mucchi di macerie, è un luogo-simbolo: del trascorrere rapido del tempo, della forza della Natura, della instabilità di quello che l’uomo costruisce.
Cauto – Santa Maria del Pertuso
Questo sentiero è sicuramente tra i più suggestivi della Riserva, sia per gli scorgi paesaggistici sia per l’emergenza architettonica che raggiunge: la chiesa rupestre di Santa Maria del Cauto. Immersa nel silenzio, a mille metri di quota, presenta affreschi della fine del 1100 e testimonia l’importanza di quella cultura monastica che si diffonde in Europa nel medioevo. Il percorso supera un dislivello di circa 300 metri in circa 3 km.